Graves Robert - 1929 - L'urlo by Graves Robert

Graves Robert - 1929 - L'urlo by Graves Robert

autore:Graves Robert
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Adelphi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


«Le è piaciuta la storia?» ha domandato Crossley.

«Sì,» ho risposto io, tutto preso dal conteggio «una delle migliori storie milesie. Mi congratulo con lei, Lucio Apuleio».

Crossley mi ha offerto un volto angosciato e le mani serrate, tremanti. «È tutto vero, dalla prima all’ultima sillaba» ha detto. «L’anima di Crossley si era rotta in quattro pezzi e io sono un pazzo. Oh, non è che ce l’abbia con Richard e Rachel. Sono un’adorabile, affettuosa coppia di sciocchi e io non ho mai avuto intenzione di fargli del male; vengono spesso a trovarmi. Comunque, ora che la mia anima è ridotta in frantumi, ho perso i poteri. Mi rimane soltanto una cosa,» ha aggiunto «l’urlo».

Preso com’ero dal conteggio e contemporaneamente dalla storia, non avevo notato l’addensarsi di un nuvolone nero che si era sparso in lungo e in largo fino a coprire il sole e a oscurare tutto il cielo. Cadevano calde gocciole di pioggia: il bagliore di un lampo ci accecò, accompagnato da un tuono fragoroso.

In un istante tutto fu in subbuglio. La pioggia veniva giù a catinelle, i giocatori si erano precipitati in cerca di un riparo, gli alienati si erano messi a strillare, a sbraitare e ad azzuffarsi. Uno spilungone, quello stesso B.C. Brown che un tempo giocava per la Hampshire, si era strappato i vestiti di dosso e scorrazzava tutto nudo. Davanti al nostro casotto un vecchio con la barba cominciò a innalzare preghiere al tuono: «Bah! Bah! Bah!».

Crossley strizzò gli occhi con fierezza. «Sì,» ha poi detto indicando il cielo «è proprio un urlo del genere; questo è l’effetto che produce; ma io so fare di meglio». Poi di colpo la faccia si è afflosciata, assumendo l’espressione mesta e inquieta di un bambino. «Oh, Dio santo,» ha detto «adesso mi urlerà di nuovo dietro, quel Crossley. Mi ghiaccerò fin dentro le ossa».

La pioggia tamburellava sul tetto di latta impedendomi quasi di sentirlo. Un altro lampo, un altro tuono anche più fragoroso del precedente. «Ma questo è soltanto il secondo grado,» mi ha urlato nell’orecchio «quello che uccide è il primo».

«Ma come,» ha detto «non capisce?». Ha sorriso scioccamente. «Adesso sono Richard, e Crossley mi ucciderà».

L’uomo nudo correva tutt’in giro brandendo un paletto da cricket per mano e strillando: uno spettacolo obbrobrioso. «Bah! Bah! Bah!» pregava il vecchio mentre la pioggia gli colava lungo la schiena dalle falde rialzate del cappello.

«Sciocchezze,» ho detto «si comporti da uomo, si ricordi che è Crossley. Lei vale una dozzina di Richard. Ha giocato le sue carte e ha perso, perché Richard aveva la fortuna dalla sua; ma lei ha pur sempre l’urlo».

Mi sentivo anch’io un po’ pazzo. Poi ecco piombare nel casotto il medico del manicomio, i calzoni fradici, i gambali e i guanti da battitore ancora indosso, senza più gli occhiali; aveva sentito le nostre voci alterate e strappò le mie mani alla presa di Crossley. «Via di corsa in dormitorio, Crossley!» gli ha ordinato.

«Non me ne vado,» la replica di Crossley, nuovamente fiero «miserabile cultore di serpenti e torte di mele!».



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